Capo Feto
Litorale: sabbioso con diversi golfi ed insenature
Fondale: sabbioso e basso per tutto il tratto costiero
Venti consigliati: Maestrale (NW), Ponente (W) e Scirocco (SE). Sconsigliatissima la Tramontana (N).
Mare: prevalentemente poco mosso
Grazie al costante vento termico da NW, operante prevalentemente durante la stagione estiva, al fondale di sabbia bianca ed alla fascia si secca costiera che ne appiattisce incredibilmente l’acqua, anche in condizione di vento sostenuto, lo spot non presenta particolari pericoli. Bisogna prestare attenzione però alle due rocce sommerse a circa 20 metri dal Faro ed ai ricci di mare, facilmente calpestabili se si decide di camminare o fare una pausa sulla secca distante 150 metri dalla riva.
Lo spot funziona bene con il Maestrale (NW), il Ponente (W) e lo Scirocco (SE). Sonsigliatissimo con la Tramontana (N) a causa delle raffiche sporche di vento (raffiche da 5 a 30 nodi nel giro di qualche istante) e della direzione Off Shore.
N.B.: Al proprio arrivo si consiglia di chiedere info sulle regole del posto ai Locals.
Accenni geografici e storici
Lo spot di Capo Feto si trova nella parte più a sud della provincia di Trapani, a ovest di Mazara del Vallo, è una delle ultime zone umide sopravvissute in Sicilia, luogo elencato fra quelli d’importanza comunitaria che meritano una protezione speciale. L’Area protetta di Capo Feto è costituita da circa 453 ettari di dune sabbiose e piccoli specchi d’acqua.
È un’ampia depressione, separata dal mare da un cordone sabbioso, che si presenta quasi dei tutto sommersa in inverno e più secca nel periodo estivo. Dal 1999 al 2002 le paludi di Capo Feto sono state coinvolte in un progetto della Comunità Europe, Life – Natura, per la reintroduzione di specie scomparse nei propri areali storici. Nel 2006 l’area è stata interessata da una campagna di scavi archeologici subacquei che hanno portato alla luce i relitti di alcune imbarcazioni probabilmente risalenti al IV/III sec a.C.
Prima di questi interventi, purtroppo, la zona aveva sofferto per i dissennati sfruttamenti dell’uomo che, non comprendendo l’importanza dell’ecosistema in questione, ne stava minando irrimediabilmente l’esistenza. Tra le altre cose si pensava alla costruzione di un autodromo o di complessi residenziali.
L’ecosistema di Capo Feto appartiene alla fascia climatica mediterranea caratterizzata da estati calde e umide e inverni miti. La temperatura media annua oscilla intorno ai +17° con punte massime di +38° nel mese di agosto e minime che raramente scendono al di sotto dello zero. Grazie allo scontro tra le correnti d’aria provenienti dall’oceano Atlantico e quelle provenienti dall’Africa si vengono a creare, nel periodo autunno-inverno, le condizioni ideali per il vento e la pioggia, le precipitazioni atmosferiche sono costituite perlopiù da brevi rovesci temporaleschi, raramente da grandinate e quasi mai da nevicate.
Flora e fauna
L’area di Capo Feto è dominata dalla Posidonia oceanica, una pianta endemica del Mediterraneo che si è evoluta dall’ambiente terrestre a quello marino. Durante l’inverno le foglie secche si staccano dal fusto e vanno ad ammassarsi vicino alla riva. Qui formano quei caratteristici agglomerati, anche di grandi dimensioni, che hanno creato a Capo Feto lo sbarramento naturale che ha chiuso lo specchio di mare più vicino alla riva, formando una sorta di piccola laguna. Sono inoltre caratteristiche della Posidonia quelle piccole sfere che si formano dalle foglie secche grazie all’azione del mare e del vento. Se siete su una spiaggia piena di tante palline scure e non capite cosa sono, state pur tranquilli che li vicino c’è una prateria di Posidonia. La vita e la diffusione di questo tipo di vegetazione è strettamente legata alla conformazione e alla salinità del suolo: essa infatti si adatta bene ad ambienti sabbiosi e a terreni limoso-argillosi, ad elevato tenore di salinità e disseccati in estate. La Posidonia è molto importante per la vita di queste zone: protegge dall’erosione i terreni sabbiosi e ospita numerosi organismi marini che vi trovano riparo.
Nell’area costiera, le principali specie che meritano di essere segnalate sono: il Giunco, il Carice, la Salicornia, l’Inula, il Ravastrello, la Salsola soda, la Salsola Kali, la Suaeda marittima, il Giglio marino, il Ginestrino, la Scilla marina, la Barbosa, l’Ofride gialla, la Santolina, la Carota spinosa, il Papavero cornuto e il Limonio.
L’avifauna migratoria in genere apprezza notevolmente aree salmastre come questa, umide e ricche di specchi d’acqua dove trovare cibo e riposo. La Riserva di Capo Feto si trova sulla rotta di tutte quelle specie che si spostano tra l’Africa e il Centro Europa. Quindi vi si possono osservare anseriformi, caradriformi, ciconiformi e pellicaniformi.
Molte sono le specie acquatiche tra cui la Marzaiola, il Germano reale e il Mestolone. È possibile vedervi esemplari di Fratino, Gallinella d’acqua, Aironi cenerini e Cavalieri d’Italia.
La fauna marina è quella che tipicamente si trova tra le praterie di Posidonia. Poiché, più a largo, queste sono intervallate da rocce, vi si ritrovano anche specie caratteristiche dei fondali duri. Sulla Posidonia trovano rifugio branchi di Salpe, Scorfani e Polpi. A maggiori profondità nuotano, invece, varie specie di Cefali e Spigole. In quest’area è presente anche la Testuggine Palustre.
Come arrivare
La via per raggiungere capofeto non è segnata ed è necessario inoltrarsi in strade non asfaltate e spesso ricoperte di abbondante sabbia. Vi si può giungere con una deviazione a destra dalla SS 115 (Petrosino) oppure imboccando la via Mafalda di Savoia dal Lungomare Fata Morgana di Mazara del Vallo. Ad ogni modo è consigliato affidarsi ad un servizio ad hoc o a dei locals.
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